Più volte nel corso della mia vita lavorativa ho riscontrato
un fenomeno “particolare”.
Tantissime persone, con esperienze diverse e indubbie
capacità intellettive, nel momento in cui si trovano a dover affrontare delle
difficoltà economiche, invece di agire con solerzia ed affrontare subito le
situazioni più spinose tergiversano.
Spesso addirittura non affrontano proprio i problemi facendo
si che gli stessi si ingigantiscono a dismisura.
Un esempio su tutti è quello di un mio cliente di Roma che
chiamerò signor X.
Premetto che il signor X è una persona perbene e con ottime
capacità relazionali ed intellettive.
In breve, da manager affermato, si trova senza lavoro, con
un mutuo importante da pagare, con rate mensili non più sostenibili. Risparmio
tutti gli accadimenti psicologici che la perdita di lavoro può generare,
soffermandomi su un aspetto puramente tecnico.
L’abitazione gravata di mutuo ha comunque un ottimo valore,
quasi doppio rispetto al mutuo da estinguere. L’unica scelta è vendere
l’immobile. Effettuo la mia consulenza segnalando le linee guida da seguire ed
il signor X è d’accordo su tutto. Ci lasciamo con l’impegno di rivederci dopo
alcuni giorni. Dopo una settimana mi richiama dicendomi che ha un’altra
soluzione e che mi avrebbe fatto sapere. Mi richiama dopo un anno.
Disperato perché l’immobile sta andando all’asta e non sa
più cosa fare.
Iniziamo la nostra attività lavorativa, affrontando una
trattativa con l’istituto di credito. In breve risolviamo tutte le problematiche
e vendiamo l’immobile.
Il signor X incassa grazie a noi una quota di denaro con cui
compra una piccola abitazione in periferia. Se non avesse aspettato un anno
avrebbe comprato la stessa abitazione al centro.
Alla fine del mio operato gli chiedo solo perché ha
aspettato un anno.
Lui mi risponde non riuscivo a fare nulla, non volevo
pensare a quello che stava succedendo, avevo paura.