giovedì 13 febbraio 2014

Storia di V


« Le parole non perderanno mai il loro potere, perché esse sono il mezzo per giungere al significato e per coloro che vorranno ascoltare all'affermazione della verità. »    (V durante il discorso televisivo)
Storia Di V non è il racconto tratto dal film V per Vendetta, film del 2005 diretto da James Mc Teigue, tratto dal romanzo grafico V per Vendetta, scritto da Alan Moore e illustrato da David Lloyd.
Bensì è la storia di un cliente che per privacy chiameremo V. Il signor V lavora in una azienda manifatturiera, ha una #casa di proprietà comprata anni prima con  un #mutuo, una moglie insegnate di scuola ora in pensione. Il signor V non ha figli ma ha un nipote, quasi un figlio, che lavora anch’egli nella stessa azienda manifatturiera.
Una vita normale, una persona a cui mancano pochi anni per godersi la meritata pensione.
Il nipote un giorno chiede allo zio una “cortesia”, vuole cambiare auto ma non gli accettano il #finanziamento perché ha già altri prestiti in essere, chiede allo zio la garanzia per accedere al prestito e il signor V sottoscrive subito, d’altronde è quasi un figlio…
Tutto prosegue bene fino al ritorno delle vacanze estive, poi la crisi. L’azienda manifatturiera cessa la propria attività essendosi oltretutto gravemente indebitata. Risparmiamoci tutte le difficoltà del signor V per poter anche solo continuare a vivere. Già pagare il #mutuo e le spese ordinarie diventa difficile con un unico introito, ciononostante riesce ad andare avanti, con enormi sacrifici.
Dopo due anni arriva una lettera della #finanziaria che chiede il saldo di tutte le spettanze, farcito di interessi elevatissimi, lo 0,5% meno del #tasso di #usura, altrimenti avrebbero adito alle vie legali per il recupero del proprio credito. Il signor V chiede spiegazioni al nipote che lo rassicura, ha già iniziato un piano di rientro. Dopo altri 2 anni e altre comunicazioni sempre riportate al nipote che minimizza, arriva un tecnico incaricato dal tribunale per predisporre la CTU al fine di procedere alla vendita all’#asta dell’#immobile del signor V.
Fermiamoci qui. Questa parte della storia serve soprattutto a capire come una persona morigerata, che ha sempre pagato i propri #debiti, possa trovarsi in una condizione di estrema difficoltà.
La sequela di errori successivi è ancora più grave anche perché il signor V si è affidato a dei falsi “professionisti”. Intanto il tempo passa e quando incontro il signor V già l’immobile ha subito due esperimenti di vendita all’#asta, entrambi andati deserti, con l’unico risultato che il prezzo dell’#immobile ha subito un deprezzamento importante che diventerà notevole laddove si arrivasse ad una nuova #asta. Iniziamo subito la nostra azione lavorativa.
Valutiamo subito che l’unità immobiliare ha un valore maggiore rispetto a quello proposto nell’ultimo bando di #asta, la cosa di per sé non ci meraviglia, sappiamo che questa tipologia di acquirenti tende ad aspettare che il prezzo si riduca a valori minimi rispetto al mercato di riferimento. Strutturiamo un percorso di vendita con il signor V, attuando una strategia di vendita che ponga attenzione alla tempistica di realizzo che deve essere immediata.
Nell’arco di 2 settimane riusciamo a trovare un acquirente dell’immobile del signor V, acquirente bisognoso di #mutuo all’acquisto che non potrebbe avere sull’unità immobiliare in quanto la stessa è gravata di #pignoramento.
Il nostro secondo intervento consiste nella chiusura del #pignoramento ancora attivo, cosa che facciamo subito con nostri fondi, attraverso contratti specifici, così l’acquirente può acquisire l’immobile ottenendo il mutuo.
Il signor V è comunque una persona segnata da questa disavventura. Quello che gli ha procurato più sofferenza è il comportamento del nipote. Intanto come amo ripetere ai miei clienti, almeno il problema economico è risolto ed è un passo avanti.
Ho iniziato questo racconto citando le parole di un altro individuo che si chiama V, la storia fantascientifica di un individuo misterioso, un rivoluzionario anarchico con il volto sempre coperto da una maschera di Guy Fawkes, che si oppone ad una società totalitaria e militarizzata ambientata in Gran Bretagna.
La maschera è un simbolo di ribellione. Per chi si chiedesse perché compaiono sempre più spesso le maschere bianche durante alcune manifestazioni attuali, questa è la risposta.
La vera ribellione però è nelle parole, nel raccontare storie come queste, per far giungere a coloro che vorranno ascoltare, una possibilità.

mercoledì 12 febbraio 2014

Chi può parlare male di Noi?

Alcuni giorni fa durante un colloquio con il responsabile della società che si occupa della nostra comunicazione, mi è stato chiesto il perché non avessimo raccolto le storie e i commenti positivi dei nostri interlocutori, coloro i quali ci hanno conosciuto, hanno usufruito dei nostri servizi, persone che hanno risolto i loro problemi grazie al nostro aiuto.
La mia risposta è stata molto semplice, le persone che noi aiutiamo già vivono un forte disagio, problematiche economiche, la perdita della propria attività lavorativa, tante problematiche che nessuno mai ha voluto pubblicizzare, ne noi stessi come azienda abbiamo previsto di usarli come esempio per casi simili.
Il responsabile della società di comunicazione però mi ha detto che sarebbe utile portare a conoscenza di tutti i nostri utenti, le storie delle persone che abbiamo aiutato.
Si è creato pertanto in questi giorni un comitato interno per decidere se fosse il caso di creare dei casi aziendali che rappresentassero al meglio dei casi reali su cui quotidianamente lavoriamo.
Intanto mentre si sviluppa la decisione sulla pubblicazione dei casi aziendali, riflettevo sulle richieste del responsabile della società di comunicazione.
Spesso le aziende in generale chiedono ai propri clienti, coloro che si sono trovati bene, che hanno ottenuto vantaggi dall’operato aziendale, di scrivere delle aziende, di quotarle, di votarle in maniera positiva.
Invece io chiedo a coloro che hanno operato con noi, naturalmente che ci hanno conosciuto, se ci sono stati dei comportamenti fraudolenti, se hanno pagato solo un centesimo per qualcosa che non hanno ottenuto.
Lasceremo il post aperto ai commenti, vorrei che si creasse una comunicazione al contrario.
Avere la casella vuota dei commenti come unico vero segnale di una azienda che non produce danni al cliente.
Anzi dirò di più, visto che i nostri servizi sono gratuiti fino alla conclusione della pratica, con costi a carico del cliente solo con la risoluzione della problematica, sfido chiunque a smentirmi segnalando un pagamento effettuato per una consulenza sia tecnica che legale fatta alla nostra azienda o ad un nostro operatore.
Un ultimo appunto, commenti veri da persone che ci hanno conosciuto, non i soliti commenti dei frustrati pronti a dileggiare tutto e tutti. A questi ultimi risponderemo come è nostro costume, smascherandoli e irridendoli!

giovedì 6 febbraio 2014

LE DISTORSIONI COGNITIVE E LE LORO CONSEGUENZE

Ho ritenuto opportuno parlare di questo argomento, per le caratteristiche comuni che hanno i casi che trattiamo. Tutti, hanno in comune la netta sconfitta della Ragione, con il sopravvento delle emozioni. E questo, perché, è proprio il nostro modo di pensare che influenza le nostre emozioni e quindi come ci comportiamo.
Sicuramente il nostro cervello non è fatto per seguire sempre la logica nel trarre conclusioni, e questo non è necessariamente un male. L’agire in modo impulsivo, senza troppi ragionamenti logici, spesso è infatti alla base di meccanismi importanti di sopravvivenza.
Pertanto le distorsioni cognitive, ossia le modalità di ragionamento che non seguono la logica, sono all’ ordine del giorno. A volte sono utili, ma molte volte ci possono indurre ad amplificare i danni, facendoci stare sicuramente peggio.
Di seguito Vi elenco le principali distorsioni cognitive che spesso caratterizzano il modo di pensare che hanno alimentato e non aiutato a risolvere le problematiche in questione:

- l’ INFERENZA ARBITRARIA, che porta a trarre conclusioni in mancanza di evidenze sufficienti. Questo spiega i tanti commenti stupidi che ci hanno rivolto, senza la benché minima conoscenza del nostro operato;

- l’ ASTRAZIONE SELETTIVA, che porta a concentrare l’ attenzione su aspetti particolari della situazione in esame, tralasciandone altri. Questo condizione è molto frequente nelle fasi iniziali di una vendita, dove non vengono accolte proposte più vantaggiose perché ci si sofferma su qualche particolare della trattativa, senza vedere il suo insieme;

- l’ ECCESSIVA GENERALIZZAZIONE che porta ad adattare conclusioni derivate da eventi isolati a svariate situazioni. Un esempio tipico di tale condizione sono gli stereotipi;

- MINIMIZZARE, che tende a ridurre l’ importanza delle situazioni. Questa è la condizione che porta conseguentemente a dare poca importanza alla gestione delle tempistiche;

- PENSIERO BIANCO O NERO che tende a catalogare le situazioni in una condizione o al suo opposto. Tale condizione non aiuta certo il compromesso.

- PENSIERO CATASTROFICO, è quello che ti fa gettare la spugna e non cercare soluzioni, perché pensi che tanto tutto andrà male e non ci sarà modo di uscirne.


CONOSCENDOLI, LI POTETE EVITARE